2.0. - Prescrizioni geologico-tecniche

 

CLASSI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO

Il P.R.G. individua, su tutto il territorio comunale, le classi d’idoneità d’uso e di rischio idrogeologico. Queste sono:

§  Classe Il

§  Classe III                                                         (indifferenziata)

§  Classe III- A p                                                 corrispondente alle aree Eb

§  Classe III- A - 1 p                                            corrispondente alle aree Em

§  Classe III- A c                                                 corrispondente alle aree Fa/Fq

§  Classe III- B - 3p                                             corrispondente alle aree Eb

§  Classe III- B - 3c                                             corrispondente alle aree Fq

§  Classe III-C                                                     corrispondente alle aree Fa

 

CLASSE II

Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l’ado­zione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme d’attuazione ispirate al D.M. 11.03.1988 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edifica­torio o dell’intorno significativo circostante.

 

Trattasi di porzioni di territorio mediamente stabili, prive di rischi idro­geologici evidenti e prive di dati ed informazioni storiche su dissesti al loro interno. Terreni edificabili solo a seguito di rigorosi accertamenti geognostici, con verifiche locali del substrato di fondazione, con pre­scrizione delle eventuali opere di sistemazione idrogeologica e di conte­nimento ed individuazione delle più opportune tipologie dì fondazione.

 

Entro questa classe sono stati inseriti limitati settori collinari e le princi­pali creste collinari ove sufficientemente ampie da poter accogliere nuove espansioni edilizie.

 

Le aree di Classe II si caratterizzano da una totale assenza di rischio i­draulico, ma con possibilità di modesti allagamenti dovuti alla carenza della rete di drenaggio superficiale e/o presenza di numerosi canali irri­gui. In particolare i settori subpianeggianti siti in prossimità della Fra­zione Riddone, inseriti nella Classe Il p, presentano difficoltà di drenag­gio e presenza di falda libera molto superficiale.

 

Per il settore collinare l’edificabilità è stata formata con precise limita­zioni e prescrizioni per ogni trasformazione d’uso del suolo, indicando, tra l’altro, le massime altezze di sbancamento e riporto consentite.

 

Per il settore di fondovalle sono stati indicati i rialzi minimi dal p.c. dei piani terra degli edifici e limitazioni alla realizzazione di vani interrati.

 

La presenza della Classe II ai sensi della Circolare P.G.R. n° 7/LAP dell'8/5/96 per alcuni ambiti di territorio delimitati come "alvei dei torrenti" non potrà costituire deroga alle limitazioni di cui al R.D. 523/1904.

 

CLASSE III  (indifferenziata)

Porzioni del territorio inedificate, ma con possibile presenza di edifici sparsi, ritenute potenzialmente dissestabili o ad incerta stabilità. Sino ad ulteriori indagini di dettaglio in Classe III indifferenziata valgono tut­te le limitazioni previste per la Classe III-A.

Queste porzioni di territorio, pur ritenute nel complesso a rischio idro­geologico moderato, risultano generalmente inidonee a recepire nuove previsioni edificatorie, salvo ulteriori analisi di dettaglio finalizzate a nuove opere che riguardino in senso stretto edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, ma che non im­plichino un aumento del rischio:

 

Rischio totale = Pericolosità x Valore esposto x Vulnerabilità

 

Ne deriva che grandi interventi edilizi sull’esistente che innalzino il valo­re esposto, nonché nuove edificazioni, richiedono necessariamente, qualora possibili e compatibili, accorgimenti tecnici atti a diminuire la Pericolosità dell’area (punto 2 NTE).

 

CLASSE III - A p

Aree a ridosso del T. Riddone e del Rio Piccolo coinvolgibili da acque d’esondazione con pericolosità elevata: Eb

 

Trattasi di porzioni del territorio inedificate, ma con possibile presenza di edifici sparsi, a pericolosità elevata, che presentano caratteri geo­morfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamen­ti. Sono comprese, inoltre, tutte le aree allagabili con battenti idrici va­lutati superiori a 30 cm, ritenute a pericolosità elevata, le aree di perti­nenza dei corsi d’acqua e le loro aree a ridosso.

 

CLASSE III - A - 1 p

Aree di pertinenza dei corsi d’acqua principali, comprendenti i loro alvei e le loro sponde, coinvolgibili da fenomeni con pericolosità molto eleva­ta: Ee

 

CLASSE III - A c

Aree coinvolgibili da processi legati alla dinamica dei versanti con pericolosità molto elevata (Fa) o elevata (Fq).

 

Porzioni di territorio inedificate, ma con possibile presenza di edifici sparsi, che presentano caratteri geomorfologico idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti ed ampliamenti dell’esistente.

 

CLASSE III - B - 3 p

Aree edificate del concentrico di Corneliano coinvolgibili da fenomeni con pericolosità elevata: Eb

 

Porzioni del territorio edificate, ricadenti o attigue ad aree a pericolosità elevata per esondazioni e dissesti di carattere torrentizio lungo l’asta del T. Riddone e del Rio Piccolo, nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da richiedere, cautelativamente, inter­venti di riassetto territoriale di carattere pubblico o privato a tutela del patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi di riasset­to saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico. Le Tavole 2, 3 e 4 riportano la perimetrazione di questa Classe d’ido­neità urbanistica.

Si sottolinea che la Classe III-B si identifica in quanto edificata ed i ne­cessari interventi di riassetto e difesa del patrimonio esistente non pos­sono essere risolti, come per la Classe Il, attraverso l’adozione ed il ri­spetto di ”modesti accorgimenti tecnici” realizzabili a livello di progetto esecutivo nell’ambito del singolo lotto edificatorio o dell’intorno signifi­cativo circostante, ma devono essere affrontati mediante interventi di riassetto territoriale pubblico o privato. Si precisa, inoltre, che la realiz­zazione di piani di riassetto non può consentire la declassazione da Classe III-B a Classe II delle aree interessate, in quanto tali riassetti -necessiteranno, nel tempo, di interventi di controllo e manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere stesse.

 

La procedura che porterà alla realizzazione delle opere per la mitigazio­ne del rischio (confr. Legge 3.08.1998, n.267, art. 1 e s.m.i.) - proget­tazione, realizzazione e collaudo - potrà essere gestita direttamente dall’Amministrazione Comunale o da altri soggetti pubblici o privati.

Spetterà comunque sempre all’Amministrazione Comunale verificare che gli interventi realizzati abbiano raggiunto l’obbiettivo di minimizza­zione del rischio ai fini della fruibilità urbanistica delle aree interessate (punto 7.10 della NTE).

 

Sempre il punto 7.10 della NTE richiede, quale documento di massima allegato agli elaborati per la revisione del Piano, un cronoprogramma con indicati gli interventi strutturali ritenuti necessari.

 

Per la suddetta area si è proceduto alla stesura del relativo cronopro­gramma, riportato nella scheda allegata alla presente Relazione.

 

CLASSE III - B - 3 c

Aree collinari coinvolgibili da processi legati alla dinamica dei versanti con pericolosità elevata: Fq

 

Porzioni del territorio edificate ricadenti o attigue ad aree a pericolosità elevata per dissesti gravitativi (aree Fq), nelle quali gli elementi di peri­colosità geologica e di rischio sono tali da richiedere, cautelativamente, interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico o privato a tutela del patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico. Sono stati classificati nella Classe III-B-3c alcuni edifi­ci in località Valeirole, sottostanti ripide scarpate coinvolgibili da frane di crollo o di liquefazione delle coperture superficiali.

 

Anche per questa classe valgono le considerazioni indicate per la Classe III-B-3p

 

CLASSE III - C

Area collinare coinvolta da processi legati alla dinamica dei versanti con pericolosità molto elevata: Fa

 

Per quest’area non è più proponibile una utilizzazione urbanistica.

 

La normativa generale di carattere geologico che fa parte integrante di questa normativa è specificata puntualmente al capo 10 della “relazione e normativa geologica” redatta dal dott. Geologo Orlando Costagli.

Su tutte le previsioni cartografiche e sulle normative specifiche e particolari sono prevalenti i vincoli di intervento e d’uso derivanti dalla classificazione dell’idoneità urbanistica, nonché dalle eventuali maggiori limitazioni derivanti dall’art. 9 delle N.T.A. del P.A.I. per le aree classificate Ee Eb.

In ogni caso gli interventi edificatori previsti nelle aree di Classe III, sono attuabili previa rinuncia al risarcimento del danno o in presenza di copertura assicurativa.

 

"Viabilità in aree di classe III: con riferimento alla previsione del tratto stradale di accesso all'area CD02 dalla circonvallazione provinciale posto presso il Torrente Riddone entro un'area caratterizzata da condizioni di pericolosità per esondazione di tipo Eb ai sensi del P.A.I., vista la direttiva approvata dalla Autorità di Bacino con D.C.I. n. 2 dell'11/5/1999, che formula anche alcuni indirizzi per la realizzazione di opere pubbliche interferenti i corsi d'acqua anche non interessati dalla delimitazione del P.S.F.F. e l'art. 38 delle N.T.A. del P.A.I., si precisa che lo studio di compatibilità delle opere dovrà essere sottoposto all'esame della Autorità Idraulica competente.